I Domenica di Avvento Domenica 30 Novembre 2025
Leggiamo nel vangelo di Matteo 24, 37-44:
Gesù disse ai suoi discepoli: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”.
Gesù aveva annunciato che le sofferenze per la distruzione della città di Gerusalemme e del tempio, di cui “non sarà lasciata pietra su pietra”, sarebbero state solo “l’inizio delle doglie del parto”. La nascita di un mondo nuovo, della diffusione del vangelo a tutti i popoli, passa attraverso un processo di crisi successive, descritte con un linguaggio apocalittico, di cui la caduta di Gerusalemme è solo l’inizio. Cadranno uno dopo l’altro i sistemi di oppressione, che si oppongono al progetto di una umanità nuova, del regno di Dio. In questo tempo i seguaci di Gesù e i messaggeri del Regno incontreranno opposizione e persecuzioni che potranno minacciare la loro vita fisica, ma non potranno impedire la loro fedele perseveranza nell’edificazione del Regno e l’accesso alla pienezza della vita.
Gesù paragona questo processo ai “giorni che precedettero il diluvio”, “i giorni di Noè”. Le persone erano totalmente dedicate ai loro interessi quotidiani e alla continuità della vita fisica: “Mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito”. Non avevano la percezione di una dimensione diversa della vita: “Non si accorsero di nulla”; non c’era consapevolezza che non era sufficiente mangiare, bere e sposarsi. Al di là dell’immensa catastrofe del diluvio, avevano già scelto la morte, in una vita vuota e senza senso. Il diluvio è solo il simbolo potente di quella tragedia umana: “Venne il diluvio e travolse tutti”.
Invece, in quello stesso momento c’era qualcuno che aveva maturato una coscienza diversa. L’arca in cui Noè è entrato è il simbolo della sua opzione per un mondo nuovo, il mondo della vita e della speranza, della solidarietà con tutta la creazione.
Il ricordo del tempo di Noè permette a Gesù di proiettare il futuro. Ci saranno sempre nella società quanti vivono con la stessa superficialità dei contemporanei di Noè, essenzialmente preoccupati dei loro problemi individuali e dei loro affari, persone che si accontentano di “mangiare, bere e sposarsi”. Ma al loro fianco emergerà sempre qualcuno che si sente chiamato a una dimensione di vita più profonda e umanizzante: “Due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata”. Due uomini, due donne, nelle stesse condizioni, con la stessa opportunità: “nel campo”, “alla mola”. Ma le reazioni sono diverse: uno è aperto al progetto del Regno, e l’altro no.
Chi non si apre a questo orizzonte più ampio e profondo continuerà “nel campo”, o “alla mola”, soddisfatto del proprio piccolo mondo, prigioniero della ripetizione, ripiegato su sé stesso, insensibile alla vita degli altri e cieco di fronte alla sofferenza del mondo. Anche se ottiene successi sociali o religiosi, non scoprirà mai quanto sia insignificante e vuota la sua vita.
Invece, coloro che si aprono al messaggio del Regno maturano nella consapevolezza che la vita non è solo per “mangiare, bere e sposarsi”, ma per costruire con entusiasmo un mondo felice, di fratelli, nella giustizia e nell’equità, senza violenza e in solidarietà con la creazione intera, dove anche le esigenze del “mangiare, bere e sposarsi” trovino la giusta armonia.
Ecco perché Gesù esorta: “Vegliate!”: aprite gli occhi, prendete coscienza della realtà, non rimpicciolite la vostra anima e il vostro cuore!
Le differenti visioni della vita entreranno inevitabilmente in conflitto. Verranno tempi difficili anche per il discepolo, come per Gesù: l’ora del rifiuto, e magari della persecuzione e della morte, “l’ora che non immaginate”, della “venuta” del Figlio dell’uomo. Gesù invita alla vigilanza, con l’esempio di colui che custodisce di notte la sua casa contro i ladri: “Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa”. Certamente Gesù non vuole paragonarsi a un ladro, ma paragonare la vigilanza di chi difende i propri beni, con la coscienza vigilante che deve avere il discepolo: “Anche voi tenetevi pronti”.

